La frase della settimana


"Penso dunque sono" è la frase dell'intellettuale che sottovaluta il mal di denti.

[M. Kundera, L'immortalità]



mercoledì 3 agosto 2011

Mrs Dalloway: letto da LEI

<<La Signora Dalloway disse che i fiori li avrebbe comprati lei.>>


Tanto per essere chiari: Virginia Woolf è la mia scrittrice preferita. E questo è, di Virginia Woolf, il mio secondo libro preferito (il primo è "To the Lightohouse"). Mi piace seguire i pensieri dei personaggi, mi piace percorrere le strade di Londra. Clarissa Dalloway era affascinata da Bond Street. Anch'io. Mi piace confondermi: chi pensa cosa? Forse perché sono di mio una persona abbastanza confusa.
Mi fa tenerezza Septimus Warren Smith, e ogni volta che penso a Lucrezia mi si stringe lo stomaco. E l'ombra della guerra. E l'idea di libertà (se esiste) nei rapporti con le persone. O forse i rapporti non esistono? E' possibile essere insieme? La mia impressione è che nel mondo di Mrs Dalloway ci siano solo tante vite - tanti fili, tante storie - che s'intrecciano, ma che non si toccano mai. Ognuno segue la sua strada ed è tanto solo. Ma tutto è così leggero (mi viene in mente Calvino). Tutte le parole sono dove dovrebbero essere, tutto è così perfetto. Non c'è altro da dire.
Forse solo il suo nome, Clarissa, e l'idea di luce che l'accompagna. Un personaggio così delicato e così complicato, come solo Mrs Ramsay sa essere. Forse solo perché è una donna?

<<E' Clarissa, si disse. Poiché ecco, era là.>>

Il mio voto: 5/5 (un capolavoro)

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